Myrtus communis L.
Il mirto o mortella è una arbusto sempreverde ed aromatico appartenente alla famiglia Myrtaceae, tipico della macchia mediterranea, diffuso in tutta Italia e soprattutto in Sardegna. E’ una pianta rustica che si adatta bene anche in terreni poveri e siccitosi, ma teme il freddo intenso. Esistono anche varietà di mirto coltivate a scopo sia ornamentale che produttivo.
Ha foglie ovali e ed acuminate, coriacee che emanano, se sfregate, un caratteristico ed intenso odore dalle note fresche, erbaceo-dolce, canforate. Anche i fiori, di colore bianco o roseo, sono profumati
e attraggono le api che ne raccolgono il polline. La fioritura avviene in maggio- giugno. I frutti sono delle bacche, globoso-ovoidali di colore nero-azzurrastro o rosso-scuro con numerosi semi che maturano fine autunno-inverno, persistendo sulla pianta per lungo tempo.
Per il suo contenuto in olio essenziale ricco in mirtolo e altri costituenti aromatici, oltre a tannini e resine, risulta essere un’interessante pianta dalle proprietà aromatiche e officinali. Al mirto sono attribuite proprietà balsamiche, antinfiammatorie, astringenti, leggermente antisettiche, pertanto trova impiego in campo erboristico e farmaceutico per la cura di affezioni a carico dell’apparato digerente e del sistema respiratorio.
Dalla distillazione delle foglie e dei fiori si ottiene una lozione tonica per uso cosmetico, conosciuta fin dall’antichità: l’Acqua d’Angelo.
Le bacche sono utilizzate per la preparazione di un liquore alcolico molto apprezzato. Un liquore di minore diffusione è anche il Mirto Bianco, ottenuto per infusione in alcool dei giovani germogli. Le bacche si possono anche essiccare. Nella tradizione gastronomica il mirto è un condimento indicato per aromatizzare le carni arrosto e insaccate (la mortadella sembri derivi il nome dall’uso delle bacche di mirto al posto del pepe) e per esaltare le ricette con selvaggina.
Storia
Nell’antichità, il mirto era pianta sacra a Afrodite, in quanto si riteneva che la dea, appena nata dalla spuma del mare, si fosse rifugiata in un boschetto di mirti, per nascondersi da sguardi indiscreti.
Una leggenda narra che Myrsine, giovane ragazza dalle grandissime doti atletiche, venne trasformata in pianta di mirto dalla dea greca Pallade per aver superato un giovane ragazzo durante una gara atletica. Da qui la tradizione greca di utilizzare il mirto per incoronare i vincitori delle prime gare olimpiche.
Le schede sono state realizzate dall’agronoma Manuela Nelli.


Usato in cucina

Fiorisce

Pianta amica delle api
Attenzione: Le applicazioni fitoterapiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.