ROSMARINO

Salvia rosmarinus Schleid.

Il rosmarino è un arbusto sempreverde perenne appartenente alla famiglia delle Lamiaceae. È spontaneo dell’area mediterranea lungo tutte le coste del Mediterraneo e anche sui pendii asciutti e assolati delle nostre regioni. E’ coltivato in tutta Italia, anche in vaso, non sopporta però i freddi intensi e i ristagni idrici. Viene utilizzata anche pianta ornamentale nei giardini, aiuole e macchie arbustive. Si moltiplica facilmente per talea apicale dei nuovi getti in primavera.
Può raggiungere i 2 metri di altezza, con radici profonde e fibrose, fusti legnosi molto ramificati e foglie lineari e coriacee, di colore verde cupo lucente sulla pagina superiore e biancastre su quella inferiore per la presenza di peluria bianca e ricche di ghiandole oleifere. I fiori piccoli, di color azzurro, riuniti infiorescenze sono presenti da marzo ad ottobre (nelle posizioni più riparate tutto l’anno), frequentati dalle api che ne raccolgono il polline e l’abbondante nettare e da cui si ricava un ottimo miele.
Tutta la pianta emana un odore aromatico, resinoso che se annusato stimola olfattivamente la mente, migliorando la concentrazione e la memoria. Vi si estrae un olio essenziale dal profumo fresco e balsamico impiegato come aromatizzante alimentare, in fitoterapia e cosmetica, in profumeria e per la produzione di pot-pourri ed essenze per la casa.
Da sempre viene utilizzato come rimedio medicinale per le sue molteplici proprietà (antiossidante, antisettico, tonificante, contro i dolori reumatici, ecc), ma anche nei riti sacri, un vero scrigno di
benefici. I rametti erano bruciati nei templi antichi e nel Medioevo non mancava mai nelle spezierie e si usava come talismano. Era uno dei componenti principali dell’”Aceto dei 4 ladroni”, insieme al timo e alla lavanda, utilizzato durante Peste per evitare il contagio. L’acqua della Regina d’Ungheria, un tonico per la pelle a base di estratti di rosmarino di gran moda nel XIV secolo, era un vero elisir di giovinezza che prende nome da Isabella Regina d’Ungheria, la quale facendone uso, all’età di settandue anni fu chiesta in sposa dal giovane re di Polonia che si dice, si innamoro della sua bellezza di gioventù ritrovata. Da questa ancestrale preparazione aromatica ebbe origine nel settecento quell’Acqua admirabilis divenuta poi famosa in tutto il mondo come Acqua di Colonia, il profumo per eccellenza.
I rametti e le foglie stimolano l’appetito, le funzioni digestive e il fegato.
Immancabile in cucina, il rosmarino, sia fresco che essiccato, si accompagna bene a primi e secondi piatti, carne e pesce, contorni di verdura, pane, pizze, formaggi, minestre e perfino macedonie di frutta e dolci. Un classico è la focaccia al rosmarino. E’ un condimento perfetto e tra le erbe aromatiche va molto d’accordo con timo, salvia, aglio e anche con l’alloro con cui si possono preparare oli, aceti, sali e burri aromatizzati.
Per rinvigorire e tonificare il corpo, un bagno al rosmarino è ideale al mattino e in tutte quelle occasioni in cui si chiede al nostro corpo di riattivare le forze, rigenerare corpo e mente.
Tra le altre curiosità si riteneva che i pettini di legno di rosmarino potessero impedire la calvizie.

Storia
Considerato fin dall’antichità una pianta un po’ magica, il rosmarino ha una storia che risale alle notte dei tempi. Il nome deriva dal latino “rosmarinus” che significa rugiada del mare perché i suoi fiori sono blu come il mare.
Una leggenda narra che, durante la fuga in Egitto, mentre la Sacra
Famiglia si fermò in un’oasi per riposare, Maria stese il suo manto azzurro per adagiarci il bambinello su un cespuglio che mutò il colore dei fiori in azzurro e venne chiamato Rosa Mariae.
Un’altra leggenda sulla nascita del rosmarino ci giunge dall’Antica Grecia. Apollo s’innamorò della principessa Leucotoe, figlia del re di Babilonia tenuta segregata nel suo palazzo. Per poterla sedurre, Apollo entrò di nascosto nelle stanze della giovane, ma Clizia, una ninfa innamorata di Apollo e da lui rifiutata, informò il re dell’accaduto che fece seppellire viva Leuctoe. I raggi del sole
penetrarono nella tomba e trasformarono la povera principessa morta in una pianta di rosmarino dall’intenso profumo.
Nel linguaggio dei fiori, regalare del rosmarino equivale a comunicare un senso di felicità ed è associato al gesto del sorriso.

Le schede sono state realizzate dall’agronoma Manuela Nelli.

Usata in cucina

Fiorisce

Pianta amica delle api

Attenzione: Le applicazioni fitoterapiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, non rappresentano in alcun modo prescrizione di tipo medico; si declina pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.